Dove si trova l’intelligenza?
- Dr Antonio Pio Longo

- 5 apr
- Tempo di lettura: 3 min

L’intelligenza è da sempre uno dei concetti cardine della psicologia. Ma oggi, in un mondo che cambia rapidamente e che richiede risposte sempre più complesse, è necessario tornare a chiederci: cosa intendiamo davvero per intelligenza? E, soprattutto, dove si manifesta nel nostro agire quotidiano?
La definizione della Treccani parla di un “complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare, e adattarsi all’ambiente”. È una definizione che evidenzia la natura multifunzionale dell’intelligenza: non qualcosa di statico o isolato, ma una rete dinamica di processi che attraversano ogni ambito della vita.
Nei contesti reali – che siano una scuola, un ospedale o un’organizzazione aziendale – questa intelligenza prende forma concreta, visibile, operativa. E si manifesta in due modalità principali: intelligenza cristallizzata e intelligenza fluida.
La prima è quella che poggia su competenze consolidate, frutto di studio, esercizio e ripetizione. È il sapere strutturato, che ci permette di eseguire compiti noti con sicurezza ed efficienza. Pensiamo al professionista sanitario che applica un protocollo clinico, all’insegnante che trasmette conoscenze, al manager che implementa una procedura collaudata. L’intelligenza fluida, invece, emerge quando lo scenario cambia, quando le certezze vengono meno e servono soluzioni nuove. È la capacità di affrontare problemi inediti, di adattarsi, di riformulare. È quella che si attiva davanti a una diagnosi incerta, a una classe difficile, a una crisi organizzativa improvvisa. È qui che si misurano davvero la flessibilità cognitiva, la prontezza nel decidere, la creatività e la resilienza.

Per comprendere meglio questa differenza possiamo immaginare il cervello come un sistema stradale: le autostrade principali rappresentano i percorsi neurali consolidati dell’intelligenza cristallizzata. Le strade secondarie, più flessibili ma meno battute, sono i canali dell’intelligenza fluida. Quanto più le percorriamo, tanto più diventano solide. Questo è il principio della plasticità cerebrale: il cervello si modifica in base a come lo usiamo.
E dove si trova, allora, l’intelligenza nel cervello? Non esiste un unico “luogo” dell’intelligenza, ma il lobo frontale gioca un ruolo chiave: è qui che si concentrano le funzioni esecutive, fondamentali per ogni contesto – prendere decisioni, pianificare, regolare le emozioni, affrontare l’incertezza.
Questo approccio ha conseguenze dirette su come interpretiamo il concetto di competenza nei diversi ambiti:
Nel contesto sanitario, serve integrare sapere tecnico e capacità relazionali. L’intelligenza fluida è ciò che consente a un professionista di orientarsi tra esigenze cliniche, richieste emotive e dinamiche di team.
Nel contesto scolastico, è fondamentale educare non solo alla conoscenza, ma alla metacognizione, all’adattamento, alla gestione dell’errore e del cambiamento.
Nel mondo del lavoro, l’innovazione e la complessità richiedono persone capaci di imparare in continuo, affrontare ambiguità, collaborare in modo efficace e comunicare con lucidità anche sotto pressione.
In tutti e tre i contesti, diventa evidente che le soft skills non sono un “corredo” facoltativo, ma il terreno su cui si esprime concretamente l’intelligenza fluida. Pensiero critico, empatia, gestione dello stress, comunicazione, leadership e collaborazione sono competenze che attraversano ruoli, funzioni e settori. Investire sul loro sviluppo significa promuovere una forma di intelligenza capace di generare valore, benessere e adattabilità in ambienti sempre più complessi.
Se operi in ambito sanitario, scolastico o aziendale e vuoi valorizzare l’intelligenza fluida e le competenze trasversali per te, nel tuo team o nella tua organizzazione, offriamo percorsi di formazione e consulenza su misura. Contattaci per costruire insieme interventi efficaci, calati nella realtà quotidiana e orientati allo sviluppo concreto delle soft skills.




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