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L'influenza delle minoranze

  • Immagine del redattore: Dr Antonio Pio Longo
    Dr Antonio Pio Longo
  • 1 nov 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

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Nell'articolo precedente abbiamo visto come una maggioranza produce influenza nella società a

livello culturale e socio-economico attraverso 3 componenti principali: l'uniformità, la conformità e

l'obbedienza. Abbiamo visto come l'influenza maggioritaria produce un tipo di ragionamento

convergente, in cui i componenti della maggioranza si allineano alle posizioni espresse che esse siano

idee, opinioni o comportamenti. Alcuni studiosi hanno condotto ricerche scientifiche che si muovono in

direzione opposta. Serge Moscovici nel 1976 ad esempio, osservando gli avvenimenti sociali più recenti

(femminismo, rivoluzione universitaria del '68, movimento Black Panters per le etnie di colore), ha

avanzato l'ipotesi che il nesso tra potere e influenza non fosse ineluttabile e che il processo di influenza potesse essere utilizzato verso il cambiamento invece che verso al controllo, e che chiunque fosse potenzialmente in grado di esercitare influenza verso gli altri anche se non è parte di una maggioranza. Infatti, l'influenza sociale non deve essere necessariamente esercitata da una maggioranza (come intuitivamente e antropologicamente siamo abituati a pensare) ma può partire anche da un gruppo minoritario, definito minoranza attiva, che può portare ad importanti cambiamenti nella società. La parola minoranza non deve essere intesa solo come dimensione numerica di gruppi ma anche e soprattutto come dimensione di status sociale del gruppo, cioè da come viene considerato il gruppo dalla società circostante, se viene accettato, tollerato, se ha le stesse opportunità e gli stessi diritti degli altri gruppi che sono presenti nello stesso contesto. Pensiamo alle minoranze etniche ad esempio o a quelle di genere sessuale.


Gli esempi di influenza sociale che nasce dalle minoranze sono numerosi nel mondo dell'arte, in quello delle idee e in quello della politica. Movimenti innovatori nati dall'iniziativa di uno solo o pochi individui, che all'inizio venivano rifiutati o derisi, hanno assunto col tempo un ruolo rilevante e hanno finito per influenzare in modo decisivo i movimenti culturali e storici rivoluzionari. Infatti se una maggioranza è orientata a mantenere lo stato attuale delle cose, una minoranza è orientata a cambiarle perché è sofferente, non è soddisfatta e quindi cerca in tutti i modi di procedere al miglioramento delle proprie condizioni anche chiedendo nuovi diritti. Pensiamo ad esempio alle minoranze etniche o a quelle di genere che sono in continua lotta per ottenere diritti che da sempre non sono stati concessi per via di una maggioranza che, tradizionalmente e in modo conservativo, continua a mantenere posizioni che contrastano l'acquisizione dei diritti che vengono avanzati dalle minoranze.


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Serge Moscovici negli anni '70 ha sostenuto che una minoranza di persone sarebbe in grado di influenzare una maggioranza quando agisce secondo uno “stile comportamentale” ben definito, cioè uno stile di comportamento fermo e tenace. Infatti, con uno stile comportamentale appropriato una minoranza può farsi notare dalla maggioranza e rompere il muro di silenzio per farsi notare, facendo rumore. Oltre allo stile comportamentale fermo e tenace, il contenuto del messaggio portato avanti dalle minoranze deve essere in linea con lo “spirito del tempo”, cioè deve essere in linea con il momento storico-culturale circostante. Quindi lo stile comportamentale e lo spirito del tempo sono le componenti principali perché sia possibile esercitare un'influenza sociale da parte di gruppi minoritari. Il fine è quello di ottenere diritti e quindi cambiamenti che spesso sono trascurati volontariamente e ideologicamente dalla maggioranza. Queste due componenti (stile comportamentale e spirito del tempo) portano ad un ragionamento divergente e quindi originale e critico rispetto a quello convergente caratteristico delle maggioranze. L'importanza dello stile comportamentale (fermo e tenace) permette alle minoranze di trasmettere un' immagine di sé verso l'esterno, cioè verso il sistema che si vuole cambiare o innovare. Questo rende le minoranze più credibili agli occhi della maggioranza aumentando la loro visibilità. La maggioranza, di fronte ad una minoranza ben organizzata e compatta, non può che prendere atto che ci sono posizioni differenti, che ci sono gruppi di persone che credono nel cambiamento con tutte le loro forze. Nemeth (1991) ha sottolineato come l'influenza minoritaria darebbe più spazio alle posizioni dissidenti stimolando gli individui ad un ragionamento personale, liberandoli dalla preoccupazione di apparire “devianti” perché in disaccordo con la maggioranza che sostiene posizioni conservatrici bloccando di fatto i processi di innovazione e cambiamento sociale, cercando di conservare le status quo.


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L'influenza minoritaria si manifesta attraverso il cosiddetto “Sleeper Effect” cioè attraverso un processo silenzioso che avanza nelle idee, opinioni e comportamenti delle persone che pian piano iniziano a condividere i contenuti espressi dalle minoranze. Gli omosessuali, i trans, i disabili e donne infatti sono minoranze in lotta per l'ottenimento di diritti e attenzioni finora troppo trascurati dalla maggioranza delle persone e organizzazioni che compongono la nostra società. Il mio invito quindi è quello di riflettere sulle nostre idee, opinioni e comportamenti personali verso queste minoranze: adoperiamo un ragionamento convergente, proprio delle maggioranze che vorrebbero lasciare le cose come sono oppure adoperiamo un ragionamento divergente, più proprio delle minoranze e che contribuisce ad un cambiamento nel rispetto dello spirito del tempo che stiamo vivendo ora?

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